ANTONIO FAVARO nelle sue Nuove ricerche per una Iconografia Galileiana (Atti del R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, A.A. 1913 -1914 - Tomo LXXIII, p. 115-116) scrive:

  «Gal. Galilaeus Mat.» abbiamo pure trovato scritto sopra un bellissimo medaglione circolare che ne contiene il ritratto inciso da B. Kilian ed inserito in un opera nella quale non avressimo [sic] mai creduto di trovarlo. Il ritratto di Galileo, in pieno profilo, volto a sinistra, lo rappresenta, per quanto se ne può giudicare dell'età di 50 a 60 anni. La incisione sembra tratta da un dipinto dell'autore Gioachino de Sandrart, il quale conobbe personalmente Galileo in Roma, mentre si stava istruendo contro di lui il secondo processo: e forse a tale conoscenza giovò la sua qualità di Consigliere del Principe Wolfango Guglielmo di Neuburg, carica nella quale fu collega di Giovanfrancesco Buonamici, intimissimo di Galileo, e che in quel tempo si trovava pure in Roma.[...] Dove esista l'originale di questo ritratto ignoriamo affatto e la scritta che si legge sulla incisione è troppo debole elemento per poterne conchiudere qualche relazione col dipinto del quale abbiamo testè tenuto parola.

Trovo assai interessante la notizia che Sandrart dà di Galileo:

 

Nella pagina in-folio in cui è inserito il ritratto di Galileo, vi sono sei medaglioni in tutto. Nella prima fila vi sono i ritratti dei due matematici Atanasio Kircher a sinistra e Galileo Galilei a destra; nella seconda fila due medaglioni con i ritratti dei fratelli, ambedue pittori, Iohann. Heinrich Roos (1631-1685) e Theodor Roos (1638-1687); nell'ultima fila il pittore Gerard. Laresse e l'incisore Bartholomaus Kilian.

Si riporta anche il frontespizio: