Note biografiche:
Bartholomaus Kilian II, il giovane, (Augsburg, 1630-1696) appartiene ad una famiglia tedesca di incisori che soprattutto durante i secoli XVII e XVIII svolsero un ruolo importante in questa arte ad Amburgo, a partire dal patriarca Bartholomaus Kilian I (1548-88), un orefice proveniente dalla Slesia. L'omonimo nipote mostrò assai presto un notevole talento come incisore. Passò due anni e mezzo a Francoforte presso Matthaus Merian dal 1548 al 1652, poi rimase tre anni a Parigi presso l'incisore François de Poilly, da cui apprese la tecnica francese dell'incisione dei ritratti Joachim von Sandrart, nato a Frankfurt am Main il 12 Maggio 1606 e morto a Nuremberg il 14 Ottobre 1688, pittore e scrittore, una figura importante della pittura tedesca del secolo XVII, assai noto per i suoi scritti biografici della Teutsche Academie . (notizie tratte da The Grove Dictionary of Art . Macmillan Publishers Limited)

L'incisione è così descritta nella scheda di MAURO BERNARDINI, (Biblioteca Universitaria di Pisa):

 

V.1
Bartholomaeus II KILIAN (Augsbourg 1630-1696)
Profilo in tondo di Galileo. Disegno di Joachim von Sandrart, incisione di Bartholomaeus Kilian. Norimberga, Sandrart, 1683.
Stampa: bulino
ISCRIZIONI: B.Kilian sculp.
BIBLIOGRAFIA : Duplessis 1899, n.23; Favaro 1914, p.115-116; Fahie 1929, p.31-32; Maccagni 1964-65, pp.44-5, 71, n.118
PUBBLICATA IN: Joachim von SANDRART. ...Academia nobilissimae artis pictoriae... Norimbergae, literis C. S. Frobergii sumtibus auctoris, 1683, tav.VII, a p.388/9
ESEMPLARI: [non posseduti e non esaminati]
Pittore ritrattista di vena barocca, abile incisore formatosi alla scuola fiamminga dei de Bry, Merian, Sadeler, e soprattutto scrittore d'arte, Joachim von Sandrart (Francoforte sul Meno 1606- Norimberga 1688) soggiorna in Italia tra il 1628 e il 1635. A Roma è ospitato dal marchese Giustiniani, per il quale collabora alla documentazione calcografica della celebre collezione antiquaria della Galleria Giustiniani, e a Roma avrebbe conosciuto e frequentato Galileo a palazzo Medici, al tempo del secondo processo, cioè intorno al 1633. Tornato in Germania, e stabilitosi successivamente a Norimberga, vi pubblica in due parti, tra il 1675 e il '79, la sua opera più conosciuta, a lungo utilizzata tra le fonti biografiche di base di storia dell'arte, Teutsche Academie der Bau- Bildhauer- und Maler-Kunst, di cui esce nel 1683 l'edizione latina. E' in questa riedizione (se anche nell'editio princeps tedesca non siamo in grado di verificare) che è attestato il profilo a mezzo busto di Galileo, simulato "a bassorilievo" in nicchia circolare, secondo di una sequenza di sei ritratti, incisi su un'unica tavola dal Kilian (cfr. Fahie, cit.). L'immagine è accompagnata nel testo (pp. 389-90) da cenni biografici e da una breve rievocazione della frequentazione romana di Galileo,con reciproco scambio di onori: "illustris doctor ac magister" incanta Sandrart con le sue invenzioni e le sue scoperte, e per contraccambiare lui si sente obbligato a "imaginem Ipsius debitis vicissim honoribus colere...". Questa generica espressione suggerisce a Favaro (e a Fahie) l'ipotesi di un dipinto, di cui non sembra esservi (altra) traccia. E peraltro, ammesso che Sandrart abbia ritratto Galileo, col pennello o con la matita, durante il suo soggiorno romano, è poi inevitabile dubitare che tale ritratto possa esser la fonte dell'effigie incisa da Kilian, la quale -come osserva Favaro- "lo rappresenta [Galileo], per quanto se ne può giudicare, dell'età di 50 a 60 anni", decisamente più giovane di come lo vediamo nel Suttermans del '35, semmai più vicino all'immagine del Villamena.