Di questa incisione scrive il Favaro in Studi e Ricerche per una Iconografia Galileiana (Atti del R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, A.A. 1912-1913 - Tomo LXXII, p. 1006):

  Ma altri ritratti ancora di Galileo, dei quali, se non gli originali, almeno le riproduzioni sono giunte insino a noi, crediamo siano stati eseguiti intorno a questo medesimo tempo [ 1624 ]; e fra essi uno dipinto dal Tintoretto juniore, cioè da Domenico Robusti (1562-1637) e che, disegnato da G. Bossi ed inciso da N. Schiavoni, accompagna la vita di Galileo scritta dal D. r Giulio Ferrario(3) [ (3) nota: Vite e ritratti d'illustri italiani . Vol II. Milano, tipografia Bettoni, M.DCCC.XX - Cento ritratti di illustri italiani . Fascicolo XIV. Milano, per Niccolò Bettoni, M.DCCC.XXIV]

ANTONIO FAVARO ritornò più tardi sul quadro del Tintoretto con due annunci notevoli; il primo nelle sue Nuove ricerche per una Iconografia Galileiana (Atti del R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, A.A. 1913 -1914 - Tomo LXXIII, p. 114-115) scrisse:

  Nella seconda [di queste note del periodico inglese "Notes and Queries"] (26 novembre 1904) un signor Watson espone d'aver recentemente veduto in casa di amici un ritratto ad olio di Galileo che lo rappresenta in età assai avanzata [sic]: nell'angolo superiore del quadro, a sinistra, si leggeva la seguente scritta "Galileus / Galileus / Math'us". Domanda pertanto chi possa essere l'autore del dipinto e ricorda che nel 'Dictionary of Universal Information' del Beeton è contenuta una incisione d'un ritratto di Galileo che vi assomiglia, ma che non porta alcuna iscrizione. [...] Una domanda avviata con lo stesso mezzo condusse a sapere che il ritratto in questione è presentemente posseduto dalla Signora Edith Chapman (109. Endlesham Road, Balham. London)

Il secondo annuncio lo inserì nelle Nuove contribuzioni ad una Iconografia Galileiana (Atti del R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, A.A. 1914 -1915 - Tomo LXXIV, p. 308):

  Ma il risultato più cospicuo della prosecuzione di queste nostre ricerche col validissimo aiuto dell'amico J.J. Fahie è, a nostro avviso, rappresentato dalla scoperta del ritratto di Galileo dipinto dal Tintoretto juniore e del quale la memoria ci è stata conservata dalla incisione dello Schiavoni sopra disegno del Bossi. Originale o copia di antica data di tale dipinto è infatti il ritratto presentemente posseduto dalla sig.a Edith Chapman ed al quale avevamo già accennato nella seconda serie delle nostre ricerche: si è pertanto verificato che l'iscrizione, la quale si legge sulla parte superiore della tela a sinistra dice testualmente: "GALLILEUS GALLILEUS MATHVS" e che il quadro misura 25 x 21 pollici.

Attualmente il quadro da cui è tratta la stampa è stato identificato nel quadro posseduto da, NATIONAL MARITIME MUSEUM, ed è così descritto nella scheda : MAG Home > Explore the collection > Paintings A-Z > G > BHC2699 : Galileo Galilei, 1564-1642 :

Galileo Galilei, 1564-1642
Artist Domenico Robusti
Date circa 1605-07
Repro ID BHC2699
Materials oil on canvas
Measurements Painting: 660.4 x 533.4 mm
Credit line National Maritime Museum, London
On display? No

[Please call the E-Library to check on +44 (0)20 8312 6516]

Description

A half-length portrait dressed in black, probably painted when Galileo was about 42 years old. He wears his hair closely cropped and has a beard. The sitter is slightly to left and looks directly at the viewer. The portrait is significant since it is thought to be the earliest original one of Galileo, the Italian astronomer and experimental philosopher who invented the refracting telescope. This made it possible for him to see that the Moon had mountains and Jupiter had satellites, although his astronomical theories brought him into famous controversy with the Catholic church. At the time the portrait was painted, Galileo was a master of mathematics at Padua, as indicated by the inscription which it bears: 'Gallileus Gallileus/ Mathus:'.

The artist was the son of the more famous Venetian artist, Jacopo Robusti, called Tintoretto, and was both taught by him and assisted in his workshop. This collaboration continued, notably on his father's paintings in the Doge's Palace, even after Domenico had begun doing work on his own. He was an accomplished portrait painter and some of his most impressive civic portraits were painted in the last decade of the 16th century. He also experimented with light as a means of defining form. At the end of Domenico's career, after the death of his father, there is a notable change in his style, which coincided with the naturalism popular in Rome in the 17th century.

 

quadro tintoretto