L'incisione è così descritta nella scheda di MAURO BERNARDINI, (Biblioteca Universitaria di Pisa):

 

II.1
Natale SCHIAVONI ( Chioggia 1777-Venezia 1858 )
Ritratto in ovale di Galileo giovane, da dipinto attribuito a Domenico Tintoretto. Disegno di Giuseppe Bossi, incisione di Natale Schiavoni. Milano, Bettoni, 1820.
Stampa; bulino; 116x96mm (immagine)
ISCRIZIONI: ( sul bordo inf. est. dell'ovale ) Dom. Tintoretto dip. G. Bossi dis. p. Bettoni N. Schiavoni inc.; ( sotto l'immagine, al centro) GALILEO GALILEI
BIBLIOGRAFIA : Favaro 1912-13, p.1006; Fahie 1929, p.10-12
PUBBLICATA IN: VITE e ritratti di illustri italiani. Volume II. Milano, per Nicolò Bettoni, 1820.
RISTAMPATA IN: CENTO ritratti di illustri italiani. Milano, per Nicolò Bettoni, 1824, fasc. XIV.
ESEMPLARI: [non posseduti]

Sicuramente edita e distribuita anche come stampa singola, indipendentemente dalla raccolta, quest'incisione appartiene alla" ricca suppellettile di rami intagliati rappresentanti le genuine immagini d'illustri Italiani estinti e viventi " che l'instancabile e fallimentare tipografo- calcografo-editore Bettoni si vantava di aver costituito, " frutto di lunghe perseveranti fatiche " ("Ape italiana", I, 1822, p.211, citata in Nicolò Bettoni 1979, p.63).
La regia artistico-culturale di questa " grande e lodevole impresa... di pubblicare ed eternare i ritratti e le azioni de' sommi uomini " (Giuseppe Longhi, citato in Mazzocca 1981, p.327) è affidata al neoclassicismo, alimentato d'impegno civile e patriottico, del pittore e ritrattista, nonché teorico, critico e collezionista, Giuseppe Bossi (Busto Arsizio 1777-Milano 1815). Sua è la versione grafica del ritratto galileiano, racchiuso nel semplice decoro del medaglione ovale, e inciso su rame da un altro, minore, ritrattista neoclassico, il miniaturista, incisore e pittore Natale Schiavoni, operante a Milano intorno agli anni 1812-16, periodo su cui datare l'opera.
Il dipinto-fonte è attribuito a Tintoretto figlio (Venezia 1562? - 1635) e l'attribuzione è resa plausibile, sia dall'autorevolezza del Bossi e dell'ambiente accademico di Brera, sia dall'obiettivo di attendibilità storico-documentaria che sottende alla raccolta iconografica del Bettoni (Mazzocca 1981, p.377). Fahie riteneva di aver scoperto l'ubicazione del dipinto e di averne ricostruito il tragitto ottocentesco dall'Italia all'Inghilterra, identificandolo in una tela posseduta, nel 1917, da G.H.Gabb di Hampstead e proveniente dalla collezione Reeve.