Antonio Favaro ha scritto della stampa nella sua Iconografia Galileiana Atti del R. Istituto Veneto di Scienze, lettere ed Arti, A.A. 1912-913 - Tomo LXXII - parte seconda, p. 33

«Quantunque sia ben lungi da noi la pretesa di registrare qui tutti i ritratti di Galileo che furono dipinti dopo la sua morte, dobbiamo tuttavia fare una eccezione per alcuni, tra i quali ha acquistata una certa celebrità quello dovuto all'insigne pennello di Allan  Ramsay, il quale, nato a Edimburgo nel 1713 venne per la prima volta in Italia nel 1736, vi ritornò poi ripetutamente e fu scolare del Solimeni e dell'Imperiali, molto dipingendo in Firenze e segnalandosi nel ritratto, cosicché anzi, ritornato in patria fu pittore di Giorgio III. Il ritratto di Galileo fu da lui dipinto nel 1757, come si legge notato in un libro che il sommo filosofo tiene in mano: tale ritratto fi regalato al Trinità College di Cambridge da Roberto Smith che ne fu "Master", con legato dei 6 maggio 1760, nel quale è detto che la testa fu dipinta "from a picture by Giusto in the Grand Duke's Palace at Florence" e cioè precisamente dal ritratto dipinto dal Subtermans che è nella galleria Pitti: lo Smith del resto lo aveva appeso egli stesso fin dal 1759 nella "Master's Lodge". Di questo ritratto ci sono note parecchie incisioni di Roberto Hart (*).»

(*) CHARLES KNIGHT. Gallery