Commento di Venturi

Il Galileo avea fatto nel 1638 il suo testamento; nel quale nominò erede Vincenzo suo foglio, con un legato annuo alla vivente ancora sua figlia Suor Arcangela monaca in Arcetri; ed ordinò che il suo cadavere fosse riposto nel sepolcro gentilizio di sua famiglia alla chiesa di S. Croce in Firenze. Morto che fu, i teologi mossero dubbio sulla validità del testamento, per essere l’autore di esso tutt’ora in castigo dell’Inquisizione; ma esiste a Firenze un consulto, col quale fu tolta riguardo a ciò qualunque difficoltà. Evvi pure un altro consulto, per provare altresì contro alcuni fanatici, ch’egli poteva e dovea avere sepoltura ecclesiastica. Fu difatti il suo cadavere portato dalla Villa d’Arcetri a Firenze in S. Croce; e si pensò tosto ad ergergli ivi un monumento con scudi 3m di spesa; per fornire la qual somma diedero il loro nome più di 140 associati, e primo di tutti il Viviani. Ma ecco nuovi imbarazzi da Roma.

L’Ambasciator Niccolini alla Segreteria di Stato del Gran Duca
(Libreria Nelli)

Roma 25 gennaro 1642

… E perché in tale occasione S. S. discorrendo del Card. Firenzuola si ricordò ch’egli era Commissario del S. Uffizio, quando il già Galileo Galilei fu inquisito sopra il suo libro del moto della Terra; venne a dirmi di volermi partecipare in confidenza, e per semplice suo discorso solamente, non già perché io ne avessi a scrivere costà; ed era che la S. S. aveva udito che il Serenissimo Padrone potesse avere concetto di fargli erigere un tumulo in S. Croce, domandandomi, se io ne sapevo cosa veruna. Io veramente ne ho sentito discorrere da molti giorni in qua, nondimeno risposi di non ne sapere niente: mi fu replicato da S. S. di averne avuta qualche notizia, di non sapere già se sia vero o falso; in qualunque maniera nondimeno mi voleva dire che non era punto di esempio al mondo, che S. A. facesse questa cosa, mentre egli è stato qui nel S. Uffizio per un’opinione tanto falsa e tanto erronea; con la quale anche à impressionati molti altri costà, e dato anche scandalo tanto universale al cristianesimo con una dottrina stata dannata. Ed entrando a discorrere de’ punti e delle risposte state date qui a lui, et all’avere egli confessato d’essere stato convinto, vi si consumò molto tempo.
Io, nondimeno, per debito di mio uffizio ne do conto a V. S. illustrissima, per dirle ancora che quando ben anche S. A. S. nostro Signore avesse tal pensiero verso la memoria del Signor Galileo, crederei che fosse meglio differirlo ad altro tempo, per non si sottoporre a qualche disgusto. Perché come fu presa risoluzione da S. S. di far levare dalla Certosa di Mantova il corpo della Contessa Matilde senza punto parlarne con il Signor Duca Carlo che ne fece doglianza, e condurlo qui in S. Pietro, dove la S. S. ha fatta la memoria; sotto pretesto che le chiese tutte sieno del Papa, e che i riposti in esse spettino all’ecclesiastico; così non vorrei dare occasione che qui si avesse a pensare a difficultarlo, ed a fare qualche lungo negoziato, senza ritirarne cosa di buono.

Fu sospesa per allora a Firenzel’impresa, e la prima iscrizione postuma ad onore del defunto leggesi nell’erdizione delle sue opere in Bologna l’anno 1656, del tenore qui appesso.

GALILAEO GALILAEI
FLORENTINO
PHILOSOPHO ET GEOMETRAE
VERE LINCEO,
NATURAE OEDIPO
MIRABILIUM SEMPER INVENTORUM MACHINATORI;
COELORUM PROVINCIA AUXIT,
ET UNIVERSO DEDIT INCREMENTUM.
NON ENIM VITREOS COELORUM ORBES, FRAGILESQUE STELLAS CONFLAVIT
SED AETERNA MUNDI CORPORA MEDICEAE BENEFICENTIAE DEDICAVIT.
CUIUS INVENTA
VIS INTRA RERUM LIMITES COMPREHENSA
FIRMAMENTUM IPSUM NON SOLUM CONTINET
SED ETIAM RECIPIT.
QUI, RELICTIS TOT SCIENTIARUM MONUMENTIS,
PLURA SECUM TULIT, QUAM RELIQUIT.
GRAVI ENIM, SED NONDUM EFFOETA SENECTUTE
NOVIS CONTEMPLATIONIBUS MAIOREM GLORIAM AFFECTANS
INEXPLEBILEM SDAPIENTIA ANIMAM IMMATURO NOBIS OBITU
EXHALAVIT
ANNO MDCXLII,AETATIS SUAE LXXVIII

L’anno 1737 venne riconosciuto solennemente il cadavere suddetto, e trasportato quindi nella chiesa stessa di S. Croce in luogo più decoroso; ed ivi fu eretto in marmo un monumento, del quale si dà in faccia delineato in rame il disegno con appostavi l’iscrizione.

GALILAEUS GALILAEUS PATRICIUS FLOR.
GEOMETRIAE ASTRONOMIAE PHILOSOPHIAE MAXIMUS RESTITUTOR
NULLI AETATIS SUAE COMPARANDUS
HIC BENE QUIESCAT.
VIXIT ANNOS LXXVIII. OBIIT A. MDCXXXXI
CURANTIBUS AETERNUM PATRIAE DECUS
XVIRI PATRICIIS SACRAE HUIUS AEDIS PRAEFECTIS.
MONUMENTUM A VINCENTIO VIVIANO MAGISTRI CINERI SIBIQUE SIMUL
TESTAMENTUM FIERI I.
HAERES IO. BAPT. CLEMENS NELLIS IO. BAPT. SENATORIS FILIUS
LUBENTI ANIMO ABSOLVIT
A MDCCXXXVIII