Riproduzione in facsimile della pagina del libro dei Battezzati in cui è segnato ( carta 36 tergo, al n° 221, con un asterisco) quello di Galileo. Il libro dei battesimi del Duomo è custodito nella chiesa di S. Ranierino, con questa segnatura : Lettera C, 1594-1568.
Il testo della registrazione è

  Ricordo dei Pisani / Galileo di vinc.tio ghalilei / Fiorentino et di m a . giulia / sua donna fu battezato / a di 19 ditto Compari e / Chavalieri forno el Sr. Po^- / peo, e mr haverardo de me- / dici i^ chapella di S to an- / drea.

L'immagine qui sotto rappresenta quella che, all'epoca, era considerata la casa natale di Galileo. L'attribuzione è recente, dovuta ad una osservazione di Giusto Onesti a Bartolommeo Polloni (1836), ripresa nel 1864 da Francesco Buonamici nell'opuscolo Trigesimo natalizio di Galileo, dove afferma che il suo battesimo avvenne nella chiesetta di S. Andrea in Kinseca, allora posta all'interno della Fortezza ed oggi non più esistente. Di qui venne la strana idea che il padre fosse un militare e vivesse in fortezza e l'identificazione di una casetta al suo interno quale abitazione di Vincentio Galilei.
Si veda la riproduzione della stampa del Polloni, con la didascalia che indusse in inganno molti suoi contemporanei e creò l’errata tradizione:


Carlo Di Gebler nell'appendice al suo GALILEO GALILEI E LA CURIA ROMANA dal titolo SULLE ORME DI GALILEO (Firenze 1879, vol. II, pp.284-286, traduzione di Giovanni Prato) scrisse:

 

Prima di tutto rivolsi i miei passi a quella già veneranda sede degli Etruschi, poi sempre gentile città, che subì tante vicende di potenza e grandezza, e dove un secolo e mezzo dopo la finale rovina dell'autonoma gloriosa Repubblica fu la culla di quell'uomo, di cui Pisa si gloria a buon diritto di essere la città natale.

Se al termine del Lungarno regio si varca il Ponte alle Piagge , e si volge poi a sinistra per il porticato al Lungarno Galilei, lunghesso le antiche opere fortificatorie, all'estremità di questa via, tutta chiusa ai lati da bigie muraglie, si trova alla prima svolta, un fabbricato di un solo piano di povero aspetto, sulla cui modesta porta sta collocata una tavola di marmo colla semplice, ma importante scritta:

QUI NACQUE GALILEO GALILEI

LI 18 FEBBRAIO 1564

Dalle finestre aperte risuonavano, quand'io vi arrivai, in monotona cadenza chiare voci infantili, che recitavano in coro e a ben regolata battuta di tempo i misteri della tavola pittagorica.

Salii la scala stretta e oscura, e mi trovai ben tosto in faccia alla porta della stanza, entro la quale la gioventù pisana veniva iniziata negli studi matematici, sotto il medesimo tetto sotto il quale il primo Matematico d'Italia aveva veduto la luce del dì. Siccome poco mi avrebbe giovato il picchiare in mezzo al frastuono dell'accennato esercizio di calcolo, entrai senza cerimonie nella stanza spaziosa. Al comparire di un estraneo alla porta, cessò immediatamente il coro; i cinquanta o sessanta fanciulli che empivano le panche della scuola balzarono in piedi come per uno scatto, e si tennero ritti, immobili, mentre il pedagogo, che doveva, egualmente che i suoi scolari, essere abituato a simili visite, mi venne incontro con piglio cortese.

Chiesi se conoscesse e si potesse vedere la stanza, nella quale Galileo era nato. Mi rispose di sì, e mi condusse , coi modi più gentili, attraverso la scuola ed una stanza parimenti spaziosa, in una terza camera, illuminata da una sola e non grande finestra. Qui, or sono 314 anni, GALILEO GALILEI aveva fatta la sua entrata nel mondo, nel medesimo dì, anzi quasi nell'ora medesima, in cui a Roma MICHELANGELO BUONARROTI ne usciva...

Addossato alla parete si vede un letto a baldacchino, e la tradizione vuol farci credere, che in quella situazione appunto si trovasse il letto della puerpera, quando partorì Galileo.

Recenti studi hanno dimostrato l'erroneità di tale assunzione (ed anche della data di nascita) ed individuato con alta probabilità la posizione della casa natale. Si veda in proposito il lavoro del prof. Giorgio Del Guerra, inserito nella pagina Scienziati a Pisa.