La stampa è tratta dal libro di Gastone Tissandier I MARTIRI DELLA SCIENZA, Milano Fratelli Treves  editori, 1884. con 57 incisioni.
Tra le incisioni vi è pure quella (fig. 5a) di Galileo che mostra il primo telescopio al Doge di Venezia, benché tagliata notevolmente sulla destra.
Nel testo si legge:

L’illustre vecchio ebbe a sopportare molte avversità; nell’aprile del 1634 perdette una delle sue figliole che amava teneramente [Virginia], e due anni dopo diventò cieco. Talvolta, col bastone in mano, sostenuto dall’altra sua figlia fattasi monaca [Livia], cercava la via nel giardino d’Arcetri tra gli alberi che egli aveva un giorno piantato.

Le due figlie di Galileo sono: Virginia, nata il 13 agosto 1600 e Livia nata il 10 agosto 1601. Virginia verso la fine del 1609 seguì a Firenze la terribile nonna Giulia Ammannati ma ben presto, trovandosi male, venne accolta dalla sorella di Galileo - Virginia - da cui aveva preso il nome, e dal cognato Benedetto Landucci. Il padre, lasciando Padova nel 1611, portò con sé a Firenze anche la figlia Livia, mentre il piccolo Vincenzo rimaneva con la madre Marina Gamba. Essendo illegittime, avrebbero avuto molta difficoltà ad andare convenientemente spose, non disponendo di una buona dote: il padre pensò di indirizzarle alla vita monacale e nel 1614 ottenne di farle entrare nel convento delle Clarisse di S. Matteo, che era situato ad Arcetri, non lontano da Firenze. Virginia pronunciò i voti solenni il 4 ottobre 1616, avendo compiuto i prescritti 16 anni, predendo il nome di suor Maria Celeste. La sorella Livia li pronunciò l’anno dopo il 28 ottobre assumendo il nome di suor Arcangela.

Per la figlia più grande Galileo ebbe amore e stima grandissima; in essa «le doti altissime del cuore non andavano scompagnate da quelle altrettanto elevate della mente». Fu la sua prediletta, anche perché della figlia minore Antonio Favaro dà questa descrizione: «tipo insignificante di monaca ipocondriaca ed egoista, non ad altro intenta che alle pratiche di pietà e alle cure per la cagionevole sua salute…»